Il boss, il prof e l’esoterismo

Vicenza, esce il noir «La signora della notte» del bassanese Spagnol: ritmo mozzafiato stile americano

Ci sono libri che anticipano la realtà. Accade soprattutto con i gialli. Troppi i precedenti. Il più recente arriva dai magistrati della Procura di Palermo che hanno alzato il velo su un piano incredibile: Matteo Messina Denaro, uno tra i capi di Cosa Nostra, voleva a tutti i costi il Satiro danzante, magnifico bronzo a grandezza naturale e rara opera greca, rimasto impigliato nel 1998 tra le reti del peschereccio Capitan Ciccio, nel mare siciliano di Mazara del Vallo. Agli atti dei giudici anche la passione del boss di Castelvetrano, ereditata dal padre Francesco: «Era un grande conoscitore di reperti greci; Matteo diceva che, con il traffico (di opere archeologiche scavate clandestinamente, ndr) ci aveva mantenuto per una vita la famiglia». I noir che preconizzano la realtà. Luigi Spagnol, origini di Bassano del Grappa vita e lavoro da Roma, sceneggiatore televisivo di successo (da Carabinieri a Linda e il brigadiere a Il Bello delle donne fino a Caterina e le sue figlie) già da mesi aveva consegnato a Piemme questo suo romanzo d’esordio, La signora della notte (459 pagine, euro 19,50), noir a tinte forti, dalla scrittura accattivante.
Intrigante il plot, che ricorda i desideri di Messina Denaro. Nel romanzo, Pietro Rodano, temuto boss della Sacra Corona Unita e Alvise Prosdocimi, professore di Storia delle Religioni all’università di Roma, non potrebbero essere più diversi. Eppure li accomuna solo la ricerca del bastone di Mosè. Per trovarla, la strana coppia si scontrerà con gli alfieri di un’antica setta che trova le sue origini nella Russia dello Zar Alessandro I e con una donna di efferata crudeltà, la figura da cui trae il titolo il libro. Da Lubecca a Beirut, da Nazareth a Roma, questo thriller mozzafiato, ricco di colpi di scena, ipnotizza il lettore e lo precipita in un universo oscuro le cui radici si muovono in uno dei capitoli più intriganti della storia. Dietro questo romanzo si muovono un plot e una trama fuori dal coro. È lo stesso autore a raccontare e a raccontarsi: «Ho voluto lavorare prima sui personaggi e dopo sulla trama e non come nei thriller anglosassoni dove a fronte di trame robuste poi si scoprono personaggi quasi senz’anima. Mi piaceva avere a che fare con personaggi verosimili, il boss, il professore, gli scagnozzi del primo e l’ambiente del secondo. Ho voluto scrivere un romanzo popolare dove colore, goffaggine, fragilità degli uomini si contaminano a fatti e misfatti della vita».
Una breve pausa e Spagnol riprende il filo del ragionamento: «Se nella vita ognuno si porta dietro le proprie deformazioni, così accede nella professione. Io sono un costruttore di trame e mentirei se non dicessi che quando ho scritto questo romanzo non ho pensato ad un possibile racconto per immagini. In tutta onestà, la vedrei bene come co-produzione europea. Ma il tema che più mi ha appassionato nella costruzione del testo, fin dai tempi delle ricerche, è quello legato alle sette. Ancora oggi, purtroppo, ci confrontiamo tutti con un tema tragico: si continua ad uccidere nel nome di Dio». Ecco la trama dirompente, un giallo sulla storia delle religioni e gli enigmi collegati. C’è un professore universitario terrorizzato dai contorni dell’omicidio di un conoscente, trovato inchiodato alla porta di casa con un pugnale cruciforme: lo stesso con cui i franchi-giudici, all’epoca di Carlo Magno, colpivano nell’ombra i sospettati di eresia. La caccia alla figlia del boss scomparsa, porta la strana coppia, il mafioso e l’intellettuale, sulle tracce di una setta che risale agli inizi del diciottesimo secolo. La setta, fondata da tal Jacob Frank, sostiene che solo attraverso il peccato l’uomo avrebbe avuto la rivelazione del vero Dio. Ma tra gli obiettivi attuali, non figura certo la ricerca di Dio o del bastone di Mosè. Piuttosto l’interesse supremo è indirizzato al controllo dell’ordine mondiale. «Domani è il gran giorno, dobbiamo prepararci. Saremo in mille, settecento fratelli e trecento sorelle, e tutti e mille ci convertiremo alla religione del Nazareno (…) Io vi dico che sono venuto a liberare il mondo da ogni legge e comandamento. Tutto deve essere distrutto perché Dio compaia». È solo uno dei passaggi inquietanti di questo noir. Da leggere.

Massimiliano Melilli
Corriere del Veneto6 Agosto 2009

Fonte: Corriere del Veneto

aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa