Cominciò con la nebbia e le rane | Le recensioni dei lettori

Personalmente ho un palato difficile e allenato da una vita di lettura. Non sempre i libri che comincio a leggere riescono a vedermi fino alla fine. Capisco presto di che pasta son fatti e non perdo tempo. ” Cominciò con la nebbia e le rane “, invece, mi ha preso per mano fin dalla prima pagina e non mi ha più lasciato regalandomi un tempo piacevolissimo. Questa storia, un po’ folle e un po’ no, ti fa fare un giro per un Veneto minuscolo attraversando storie in apparenza minime che hanno, invece, anime gigantesche ed eroiche. È uno di quei romanzi che non dimenticherai. È una storia pazza e affascinante abitata da personaggi godibilissimi disegnati con grande talento, humor, umanità ed esperienza.

L. Fontis

Non rileggo spesso un libro letto poco prima, eppure mi sta capitando con questo “Cominciò con la nebbia e le rane”, titolo suggestivo del nuovissimo romanzo di Luigi Spagnol. Racconta la storia d’amore, ruspante e verace, tra Lucia, moglie di un sagrestano, e Tarcisio, un anarchico che si è messo in testa di uccidere il papa. Questa storia durerà per tutta la loro vita, a lasciarsi e riprendersi senza essersi mai dimenticati, solcando il Novecento e attraversando mezzo Veneto. Tenero, commovente, è un libro che Spagnol, abilissimo narratore e sceneggiatore, ha scritto e riscritto a sua volta per tutta la vita, e si sente nei diversi possibili livelli di lettura, dalla trama in evidenza alle sotto-storie ricche di saggezza popolare, humor e umanità. Vi consiglio di acquistarlo subito e portarlo con voi in vacanza; non ve ne pentirete, anzi lo divorerete. Parola mia.

A. Zaltron

Il primo incontro fra Tarcisio e Lucia avviene nella nebbia quando sono ancora due bambini. Sono i giorni dei Patti Lateranensi e Tarcisio è appena stato segnato da un episodio drammatico che darà inizio alla sua interminabile ossessione: uccidere il papa. La passione sboccia al tempo della Gladio dei preti, si riaccende negli anni della rivolta studentesca, non demorde dopo la caduta del Muro e si mantiene viva oltre il 2000. Lui, anarchico bombarolo, simpatico cialtrone a suo modo coerente, lei vedova di sagrestano e poi locandiera, donna semplice e fragile trasformata dalle asprezze della vita, continuano ad amarsi forsennatamente finché hanno fiato fra canoniche e osterie, mentre altri papi si succedono sul trono di Pietro e il progetto di farne fuori uno si aggroviglia fino al delirio.
Il Veneto contadino dall’epoca fascista a quella leghista raccontato con gusto gaglioffo e profano. Sanguigno e insieme romantico, con personaggi pittoreschi, divertenti ma veri. Sarebbe piaciuto a Pietro Germi e Mario Monicelli, a Tognazzi e Mastroianni. Registi e attori che avevano la commedia nel sangue. Ma le belle storie non hanno tempo, ti catturano sempre e oggi più che mai “Cominciò con la nebbia e le rane”, potrebbe diventare un film degno della tradizione che unisce la buona letteratura con il grande cinema.

O. Assonitis

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